sabato 25 giugno 2011

Lo streaming ci ha tenuto compagnia in inverno

Io, come credo molti dei miei colleghi, devo ammettere che nei primi mesi in cui mi sono trasferita a Parma, dunque nei mesi invernali, ho fatto un uso abbastanza… diciamo intenso di streaming.
Già perché quando ti trasferisci in una città nuova, dove non conosci ancora nessuno e dove in inverno fa un freddo incredibile che non ti fa venire assolutamente voglia di mettere il naso fuori,  guardare film in streaming è stato un importante diversivo.
Con il termine streaming si identifica un flusso di dati audio/video trasmessi da una o più sorgenti tramite una rete telematica. I contenuti audio/video sono inizialmente compressi e memorizzati su un server come file. Non è necessario scaricare i dati per intero sul pc per poterli riprodurre: i dati ricevuti vengono decompressi e riprodotti pochi secondi dopo l’inizio della ricezione.
Questo ritardo, serve a creare un buffer per rimediare a microinterruzioni della rete.
E cosi questa tecnologia ci ha aiutato a trascorrere le prime settimane, per poi essere sostituita, fortunatamente, dagli incontri con nuove persone di cui siamo pian piano diventati amici.

lunedì 20 giugno 2011

I libri cartacei cedono il posto a quelli digitali

È di alcuni giorni fa la notizia, data anche dal tg1, sulla diffusione dei quotidiani in Italia. Se è vero che quelli a tiratura nazionale hanno avuto una leggera ripresa, quelli locali invece retrocedono. L’esempio riportato era quello dei quotidiani del nord , dove il “Secolo XIX” ha subito una perdita del -7,77%, come tutti gli atri giornali locali, ad eccezione del “Gazzettino”  ( fonti: Fieg). E lo stesso si poteva dire delle altre regioni d’Italia. Tutto questo è dovuto probabilmente ai cambiamenti portati dai giornali on-line di cui si è già parlato.
 Ma non si è ancora parlato di come l’editoria sia cambiata con l’arrivo dell’era digitale. È  di grande cambiamento si può parlare se è vero che solo pochi mesi fa  Amazon.com ha dato notizia del sorpasso dei libri digitali a scapito di quelli cartacei.
Sembrava che i libri digitali avrebbero fatto fatica ad imporsi sul mercato, almeno molta più fatica  dei giornali, ma invece pare che così non sia stato visto l’entusiasmo di   Jeff Bezos, fondatore e amnistratore delegato di Amazon, che ha dichiarato che neanche lui si immaginava un successo tanto repentino.
Certo si potrà dire che l’utente di Amazon sia più incline alle innovazioni tecnologiche rispetto a un abituale cliente di una libreria tradizionale,il quale è più incline, invece, al fascino sensoriale della cellulosa. Ma il dato resta tale: l’editoria digitale è davvero in rapida crescita.
 E a chi un po' nostalgico  come me fa ancora fatica a lasciare andare  via quella bella sensazione delle pagine che scivolano tra le dita, forse è il momento di cogliere ciò che di buono queste nuove tecnologie possono portare.

mercoledì 15 giugno 2011

Facebook dà una mano alla democrazia?


Il quorom è stato raggiunto. E questa volta non è stata la televisione, fin ora visto come il mezzo che più poteva insinuarsi nella vita delle persone, a spingere gli elettori a votare, ma una grande mano è stata data da internet.  In particolare face book è stato sommerso da tutto ciò che riguardava il referendum. Dalle spiegazioni su cosa veniva chiesto nella quattro schede, ai video che impazzavano con testimonial di eccezione che invitavano a votare, ai link ( molti anche spiritosi)  dove la parola d’ordine era il Sì, agli innumerevoli inviti ad eventi dove si sarebbe parlato del referendum, sino  a congeniali offerte su concerti, libri e anche parchi divertimento che si potevano avere presentando la tessera elettorale.
Dunque una forte mobilitazione con un mezzo molto vicino ai giovani, e non solo, per spingerli a recarsi alle urne.
La speranza è solo che chi abbia votato si sia recato per una vera convinzione e non solo perché aveva trovato l’invito su face book. Infatti solo in questo caso potremmo parlare di face book come di un aiuto alla democrazia, perché in caso contrario avremmo ritrovato la stessa passività degli utenti, di cui fino a qualche anno fa gli studiosi  discutevano a proposito della televisione.

giovedì 9 giugno 2011

Gli orologi di Catania si ribellano

Pomeriggio, aprendo face book, ho trovato sulla bacheca di alcuni amici siciliani strane discussioni su orologi digitali che sembravano impazziti. Dai loro commenti non si capiva bene cosa fosse successo e allora ho cercato notizie, ed ecco svelato l’arcano mistero: da qualche settimana in Sicilia, soprattutto a Catania, si sono verificati fenomeni di orologi che andavano avanti di quindici/venti minuti.
La scoperta è stata fatta propria tramite fb, dove due periti informatici, dopo aver parlato tra loro, hanno chiesto sul social network se anche altra gente avesse avuto quei problemi, e si sono trovati sommersi dai commenti più disparati.
Ma la domanda che adesso tutti si pongono è: “Cosa sta succedendo?”
Visto il raggio d’azione dello strano fenomeno, molti hanno pensato che si tratti dell’influenza dell’Etna e dei suoi campi elettromagnetici, qualcosa  di simile, insomma, a ciò che era successo a Caronia qualche tempo fa,dove vari elettrodomestici prendevano a fuoco e dove il mistero non è mai stato del tutto risolto.

Una risposta più convincente, pare arrivi dal dipartimento di ingegneria elettronica dell’Università di Catania, che ha spiegato che l’aerea catanese è ricca di generatori di energia che spesso sono autoregolati e che quindi possono esserci delle variazioni di frequenza che non vengono ben adeguate.
La causa andrebbe dunque ricercata negli sbalzi di erogazione della corrente elettrica?
Pare di sì! Ma comunque il mistero ancora rimane. E l’allarme degli orologi si sta adesso allargando alla Rete, purtroppo anche a quella delle banche.

venerdì 3 giugno 2011

Berlusconi "testimonial" della Ryanair

Essendo una studentessa fuori sede, spesso mi capita di entrare nei siti delle compagnie aeree per cercare una buona offerta per la Sicilia, essendo alquanto difficolto andare in treno, a meno che non si voglia affrontare un "viaggio della speranza".
Ed è stato proprio entrando nel sito di una nota compagnia low cost, la Ryanair che ho scoperto una cosa davvero incredibile, un po' ironica, ma anche imbarazzante per il nostro Paese.
Infatti appena si accede al sito compare una foto di Berlusconi in Parlamento, mentre si porta una mano alla fronte in segno di stanchezza, e lì accanto Bossi che lo guarda.
Fin qui niente di strano ( a parte che una foto del genere sembra non avere niente a che vedere con una compagnia aerea) ma la cosa che colpisce è la vignetta verde che "riporta" le parole del premier: "... solo una cosa mi tirerebbe su in questo momento", e sotto campeggia una scritta che recita:  Una scapattella a 12 euro".


Lasciando perdere la prenotazione del volo e incuriosita dall'immagine, ho cercato qualche notizia in proposito e l'ho trovata sul Corriere della Sera online. E ho scoperto che una campagna pubblicitaria del genere non è nuova alla Raynair: nel 2008, ad esempio, quando l'Alitalia rischiava il fallimento, la compagnia irlandese impiegò un proprio aereo con la scritta: "Arrivederci Alitalia".
Anche Umberto Bossi è stato "protagonista" della campagnia pubblicitaria della compagnia , in una foto che lo ritraeva con un dito medio alzato.
Ma anche  politici di altre nazioni sono stati "ingaggiati" dalla Ryanair: Zapatero, Sarkozy, Carla Bruni, ecc.
E così sebbene la pubblicità di questa compagnia può essere giudicata negativamente dal punto di vista morale, e fuor di dubbio che, dal punto di vista commerciale, rimanga bene impressa nelle nostre menti, con buona pace dei personaggi pubblici che ne rimangono vittime.

martedì 31 maggio 2011

La Partita del cuore: tanti fischi alla nazionale parlamentari

Ieri, come molti sanno, si è disputata a Parma la Partita del cuore, che ha visto schierate tre squadre: la nazionale italiana cantanti, la TELETHON team e la nazionale dei parlamentari.
Nonostante il clima di festa e solidarietà che ha accompagnato la manifestazione, lo  stesso  “accompagnamento”non si può dire che lo abbia avuto la squadra dei parlamentari, che ha ricevuto fischi da ogni parte, senza distinzioni tra uomini di destra o sinistra.
E allora viene da chiedersi il perché di tutto ciò: è solo una questione di sfiducia nei confronti della politica? Di belle parole che troppo spesso vengono dette e poi non concretizzate nei fatti? O c’è dell’altro? Magari una difficoltà di comunicazione tra le persone e la politica?
Questo mi ha riportato a quanto detto in aula durante l’ultima lezione del prof. Alfonso. Si parlava appunto della comunicazione politica, prendendo in esame i vari siti dei partiti e dei leader politici.
La situazione è risultata piuttosto imbarazzante: ad esempio è ancora attivo il sito di Alleanza Nazionale, sebbene il partito non esista più; nel sito del Pdl bisogna registrarsi per poter dialogare; in quella della Lega compare un’immagine un po’ troppo giovanile del leader Umberto Bossi, e viene sottolineato il fatto che se si vuole possiamo scrivere alla Lega,ma non è sicuro che riceveremmo risposta.
Il sito del Pd, invece, appena lo si apre mostra subito le immagini di Berlusconi, cosa che da una parte può essere fuorviante e dall’altra fa sì che l’attenzione venga spostata sul leader “antagonista”.
Per quanto riguarda i siti  dei leader politici, abbiamo visto come alcuni non ce l’abbiano proprio, ma si appoggiano solo a quelli dei loro partiti, ad esempio Bossi, ma anche quello di Bersani non può essere considerato come un vero e proprio sito personale, mentre Nichi Vendola, ad esempio, sebbene abbia un sito personale, in realtà manca un vero dialogo, perché i suoi post non sono commentabili.
A fronte di tutto ciò è facilmente comprensibile che vi sia un problema di comunicazione, soprattutto attraverso i mezzi che le nuove generazioni utilizzano.
Ma a questo punto mi chiedo:  è solo un problema di poca attenzione dei politici nei confronti dei giovani o siamo anche noi ragazzi, che invece di dare una svolta ( ad esempio iniziando a migliore questo genere di comunicazione) ce ne tiriamo completamente fuori?

martedì 24 maggio 2011

Sommersi dalle "notizie-spazzatura"

Nel corso dell’ultimo mese è accaduto praticamente di tutto, dalla tragedia di Fukushima alla guerra imperialista in terra di Libia, passando attraverso l’efferato assassinio di Vittorio Arrigoni, e ad un’altra morte, quella di Osama Bin Laden,poi gli sbarchi di massa dei profughi tunisini ed il continuo acuirsi della crisi economica di cui non s’intravvede la fine.  Questi sono solo alcuni degli avvenimenti più eclatanti fra quelli che meritano attenzione......
Tutti accadimenti balzati sulle prime pagine dei giornali e della TV, nel momento in cui la “notizia” poteva essere monetizzata in termini di lettori ed ascoltatori, ma prontamente accantonati non appena la stessa imponeva approfondimenti e riflessioni che avrebbero indotto l’opinione pubblica a porsi delle domande, a guardarsi intorno per domandarsi, ma abbiamo preso la strada giusta?
 Metri cubi e metri cubi di notizie spazzatura intorno alle quali catalizzare l’attenzione dei cittadini, indurli  in dispute senza fine imperniate sul nulla,  fuorviarli ricordando loro che in fondo non pensando troppo si vive più a lungo e soprattutto più felici.
Ed ecco  Fukushima e la guerra di Libia, sprofondare sempre più in basso sulle pagine dei giornali, fino a scomparire o rimanere relegati nei trafiletti “cartolina” per fare spazio al nuovo look delle showgirl, alle quotidiane esternazioni dei politici o ai fatti di cronaca che vengono triti e ritriti in ogni modo, più per colpire la parte emotiva delle persone che per dare la vera notizia.
E allora che fare? Come uscire da questo vortice? Come far capire a “chi comanda” che non sono solo le informazioni “usa e getta” ad interessarci?

giovedì 19 maggio 2011

I free press come antesignani dei giornali on-line

I giornali on-line si alimentano, qui in Italia, grazie agli introiti derivati dalla pubblicità. Ma già dei giornali cartacei avevano sperimentato questa forma: i cosiddetti free-press.
Eccone alcuni:
  • Metro
  • Leggo
  • City
  • E Polis
  • Il Sardegna
In meno di 10 anni, dal 1995 al 2005, questi quotidiani sono stati introdotti in quasi tutti i paesi europei, ed in altri paesi quali Stati Uniti d'America, Canada, Australia, in Sud America e Asia.
Al 2005 erano presenti quotidiani gratuiti in 36 nazioni; in due nazioni, Germania e Giappone, avevano cessato le pubblicazioni.
A livello mondiale (dati 2005) il leader del mercato, Metro, distribuisce quotidianamente 7 milioni di copie, gli altri editori 22 milioni di copie, per una lettura stimata quotidiana di almeno 45 milioni di persone.
Ma ad oggi, pare che la situazione stia cambiando. Probabilmente per l’enorme affluenza in rete dei giornali on-line, questi free press stanno notevolmente perdendo piede: alcuni di loro sono  falliti, ma sembra che comunque i principali giornali continuino ad essere letti.
A tal riguardo basta confrontare le stime dei dati di audipress del 2005 con quelli del 2011.

QUOTIDIANI FREE PRESS (stime del 2005)
CITY: 1.691 lettori.
LEGGO: 2.008 lettori.
METRO: 1.647 lettori.

Mentre le stime del 2011 riportano i seguenti dati:


QUOTIDIANI FREE PRESS
CITY
1.767
DNEWS
278
LEGGO
1.894
METRO
1.525

mercoledì 11 maggio 2011

La pubblicità su internet: i Banner.

Spesso quando apriamo una pagina web, come prima cosa compare un rettangolo che ci propina un prodotto o un servizio e che spesso  infastidisce  la corretta visualizzazione del sito che avevamo aperto. Questo rettangolo è il banner.
 La parola inglese banner significa bandiera, vessillo o striscione.
Il web banner o banner ad significa pubblicità fatta con l'uso di un banner, ed è generalmente un link. Questa espressione, erroneamente abbreviata in italiano in banner, è una delle forme pubblicitarie più diffuse su internet ed è una strategia di marketing
Molti banner si basano su sistemi a pagamento basati sul click-through rate. Quando l'azienda pubblicizzata rileva il numero di click effettuati sul banner, invia una somma di denaro all'ospitante  La funzione dei banner web è la medesima dei sistemi classici di promozione: informare gli utenti dell'esistenza di un prodotto o di un servizio e proporre le motivazioni per le quali l'utente dovrebbe acquistare il prodotto, ma i banner si differenziano per il fatto che i risultati della campagna pubblicitaria sono consultabili in tempo reale e possono essere rivolti ad un pubblico realmente interessato.
Proprio perchè spesso questi banner infastidiscono l’utente, poiché distraggono dal contenuto della pagina web e consumano parte della banda di connessione, le ultime versioni dei browser includono al loro interno plug-in in grado di bloccare la comparsa dei banner e dei pop-up all'interno dei siti web visitati. Un altro metodo per eliminare la presenza dei banner è quello di utilizzare un proxy server abilitato al blocco della pubblicità.
Questo strumento pubblicitario ha avuto una decisa evoluzione negli ultimi anni ed è sempre più considerato come complemento di campagne pubblicitarie più ampie. Recentemente sono stati istituiti anche diversi premi dedicati all'interno di concorsi pubblicitari.

martedì 3 maggio 2011

Le caratteristiche dei giornali on-line

Dunque il mondo del giornalismo, con l'avvento del giornalismo on-line, sta cambiando. é stato probabilmente (come già accennato nel post precedente) l'attacco alle torri gemelle a mettere ancora più in evidenza questo cambiamento, che ha portato a una rivalutazione del cosidetto lavoro al desk, che permette di sviscerare al meglio le fonti dalle quali le notizie provengono.
Ma 4 sono in particolare le caratteristiche del giornalismo on-line.

Tempestività. Il fatto che testi, video e audio siano costantemente
aggiornabili e non vincolati da palinsesti ha comportato una maggiore
flessibilità del mezzo, che si è dimostrata vincente nel campo
dell’informazione.
Interattività. Con Internet il lettore è coinvolto: non subisce
passivamente un flusso di informazioni come davanti alla televisione o
ascoltando la radio, ma partecipa alla selezione detun’offerta molto vasta, quali contenuti estrarre . L’utente on line segue  un suo percorso informativo grazie ai file di log, che tracciano e analizzano il traffico sui siti.

Ipertestualità. La fruizione di contenuti via Internet ha reso familiare l’ipertestualità multimediale. In questa nuova dimensione, il testo non è più solo o necessariamente scritto, o sonoro, o legato alle immagini. Con internet il testo ha acquisito una connotazione dinamica. Non esiste più un centro, ma il centro è inventato ogni volta dal lettore, che segue propri percorsi all’interno di ipertesti multimediali che consentono la fruizione con più linguaggi: video, audio, foto, grafica (si parla infatti di ipermedialità).
Personalizzazione. Le modalità di fruizione e di ricerca, di selezione e di impaginazione delle informazioni consentono un alto grado di personalizzazione. L’utente non ha più davanti a sé un prodotto rigido,freddo, già fissato nella sua architettura, ma un prodotto relativamente flessibile, adattabile e modificabile a seconda dei gusti ed esigenze propri.

venerdì 29 aprile 2011

Il giornalismo nell'era digitale.

Come studenti che seguono il corso di "Informatica applicata al giornalismo" siamo molto interessati a come si è, e si sta sviluppando il giornalismo on-line.


La fase pioneristica del giornalismo on line è storia esclusivamente Americana. Negli Stati Uniti, infatti, i primi
quotidiani sbarcarono in rete nel 1992. Furono i giornali medio-piccoli a lanciarsi per primi nell’avventura dell’on line perché videro nel webun’opportunità per ampliare la propria area di diffusione.
L’Italia, invece, fece il suo ingresso nel mondo del web e del giornalismo on line solo a partire dal 1995. Tuttavia a parte l’esperienza de La Repubblica,  questa fase è stata caratterizzata da una prudenza generale di fondo. Gli editori sperimentavano, ma con un approccio che tendenzialmente produceva risultati di trasposizione su
Internet dei contenuti dell’edizione stampata.
Nel biennio 1999-2000 nacquero tutte le iniziative più audaci nel campo dell’editoria on line: uno per tutti l’esempio di Kataweb, portale del gruppo l’Espresso, che da allora cerca quotidianamente di presentare al suo
variegato pubblico originali proposte in grado di fidelizzare l’utenza.
Questa fase si chiuse con lo scoppio della bolla speculativa (primavera-estate 2000) e l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001.
L’11 settembre ha messo in evidenza come, davanti ai grandi fatti di cronaca, i quotidiani possano sopperire allo
svantaggio dei tempi lunghi dell’informazione cartacea grazie ai propri siti internet. Quel pomeriggio e nei giorni successivi, milioni di utenti in tutto il mondo (in Italia secondo le stime 2 milioni) si sono collegati ai siti di news
per sapere e capire che cosa fosse successo a New York. Esplose inoltre l’utilizzo della blogosfera: i cittadini riversarono le loro paure e i loro racconti sui blog, che diventarono così per la prima volta fonti per i giornalisti ( stime da http://www.journalism.net/).   Proprio questo episodio, forse più di ogni altro, ha contribuito a far emergere come il sistema dei media si stesse ridisegnando: mentre i giornali erano impegnati non solo a informare sulla vicenda, ma soprattutto ad approfondire, sviscerare le ragioni e le conseguenze di quanto stava accadendo, sul sito on line i lettori avevano la possibilità di seguire in tempo reale l’evoluzione dei fatti.

lunedì 25 aprile 2011

Le agenzie di stampa: un altro modo per informarci

Esistono molti modi per informarci: i quotidiani cartacei, i quotidiani on-line, le riviste, i blog, i radio o telegiornali, ma anche direttamente dalle agenzie di informazione. Queste vengono considerate come un modo veloce e più diretto per avere le notizie, utilizzato non solo dai vari media, ma anche dai singoli utenti.
Da Wikipedia leggiamo che un'agenzia di stampa è un ente giornalistico che ha il compito di fornire le informazioni ad altri organi come giornali, emittenti televisive o radiofoniche.
Possono essere delle aziende che vendono i loro servizi o delle cooperative costituite da diversi organi di informazione.
La prima agenzia nacque in Italia nel 1945 ed era la Agenzia Stefani, che poi divenne l'Ansa, l'agenzia più famosa, ad oggi, in Italia.
Se si fa una ricerca su internet delle agenzie di informazione si scopre che sono molte e che ognuna di esse può avere un proprio specifico settore di competenza. Sul sito www.ipse.com/agenzie.html è possibile trovare una lista di tutte le agenzie operative nel nostro Paese, gli argomenti di cui si occupano, la data di fondazione e i nome dei direttori.

martedì 19 aprile 2011

Blogger: i giornalisti del futuro?

Nei manuali in cui ci imbattiamo, per via del corso di Laurea in giornalismo che stiamo frequentando, spesso arriviamo al capitolo in cui si parla di nuove forme di giornalisti: i citizien journalism o i blogger. Cioè coloro che non sono giornalisti di professione, ma che pubblicano notizie o perchè diretti testimoni di un evento o perchè si specializzano in un determinato argomento, di cui riescono a dare più informazioni di quelle che troviamo nei mass media "convenzionali".
In Italia vi è una forte differenza tra blogger e giornalisti, marcata soprattutto da questi ultimi per via della loro appartenenza all'Ordine dei giornalisti ( tra l'altro c'è da dire che sono solo due i Paesi in Europa ad avere il suddetto Ordine).
Per questo motivo i blogger in Italia vengono ancora considerati come "inferiori" a livello di prestigio, rispetto ai giornalisti, nonostante molti di loro facciano un lavoro di raccolta di notizie e di pubblicazione delle volte anche più accurato di quei giornalisti troppo affezionati al loro lavoro di ufficio.
In America invece, dove i blog sono nati, precisamente nel 1997, e dove  non esiste nemmeno la figura professionale del giornalista, ma solo reporter e free lance,  i blogger sono diventati dei veri e propri professionisti con una notevole possibilità di crescita a livello professione e di prestigio.
Ma in Italia questo sarà mai possibile?

mercoledì 13 aprile 2011

Noi e la rete: schiavi o dominatori?

"Bisogna dimenticare l'abitudinarietà della rete" sono state queste le parole del prof. Lelio Alfonso alla prima lezione di informatica tenutasi venerdì 8 aprile. Terminata, infatti, l'epoca in cui per informatica si intendeva creare una nuova cartella o al più creare la propria email, siamo entrati in un nuovo periodo. Periodo in cui tutti o quasi hanno un pc portatile, un indirizzo di posta elettronica, sono inseriti in qualche piattaforma sociale e probabilmente hanno gìà fatto un blog, come emerso anche dalle presentazioni di chi segue il corso. Al punto in cui siamo allora, non basta più utilizzare la tecnologia come abbiamo sempre fatto, ma bisogna iniziare a viverla. Bisogna utilizzarla per agevolarci nella vita di tutti oggi, per creare cose nuove e spazi nuovi. Non dobbiamo più esserne schiavi, ma dobbiamo diventare i dominatori della rete.