quotidiani sbarcarono in rete nel 1992. Furono i giornali medio-piccoli a lanciarsi per primi nell’avventura dell’on line perché videro nel webun’opportunità per ampliare la propria area di diffusione.
L’Italia, invece, fece il suo ingresso nel mondo del web e del giornalismo on line solo a partire dal 1995. Tuttavia a parte l’esperienza de La Repubblica, questa fase è stata caratterizzata da una prudenza generale di fondo. Gli editori sperimentavano, ma con un approccio che tendenzialmente produceva risultati di trasposizione su
Internet dei contenuti dell’edizione stampata.
Nel biennio 1999-2000 nacquero tutte le iniziative più audaci nel campo dell’editoria on line: uno per tutti l’esempio di Kataweb, portale del gruppo l’Espresso, che da allora cerca quotidianamente di presentare al suo
variegato pubblico originali proposte in grado di fidelizzare l’utenza.
Questa fase si chiuse con lo scoppio della bolla speculativa (primavera-estate 2000) e l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001.
L’11 settembre ha messo in evidenza come, davanti ai grandi fatti di cronaca, i quotidiani possano sopperire allo
svantaggio dei tempi lunghi dell’informazione cartacea grazie ai propri siti internet. Quel pomeriggio e nei giorni successivi, milioni di utenti in tutto il mondo (in Italia secondo le stime 2 milioni) si sono collegati ai siti di news
per sapere e capire che cosa fosse successo a New York. Esplose inoltre l’utilizzo della blogosfera: i cittadini riversarono le loro paure e i loro racconti sui blog, che diventarono così per la prima volta fonti per i giornalisti ( stime da http://www.journalism.net/). Proprio questo episodio, forse più di ogni altro, ha contribuito a far emergere come il sistema dei media si stesse ridisegnando: mentre i giornali erano impegnati non solo a informare sulla vicenda, ma soprattutto ad approfondire, sviscerare le ragioni e le conseguenze di quanto stava accadendo, sul sito on line i lettori avevano la possibilità di seguire in tempo reale l’evoluzione dei fatti.