venerdì 29 aprile 2011

Il giornalismo nell'era digitale.

Come studenti che seguono il corso di "Informatica applicata al giornalismo" siamo molto interessati a come si è, e si sta sviluppando il giornalismo on-line.


La fase pioneristica del giornalismo on line è storia esclusivamente Americana. Negli Stati Uniti, infatti, i primi
quotidiani sbarcarono in rete nel 1992. Furono i giornali medio-piccoli a lanciarsi per primi nell’avventura dell’on line perché videro nel webun’opportunità per ampliare la propria area di diffusione.
L’Italia, invece, fece il suo ingresso nel mondo del web e del giornalismo on line solo a partire dal 1995. Tuttavia a parte l’esperienza de La Repubblica,  questa fase è stata caratterizzata da una prudenza generale di fondo. Gli editori sperimentavano, ma con un approccio che tendenzialmente produceva risultati di trasposizione su
Internet dei contenuti dell’edizione stampata.
Nel biennio 1999-2000 nacquero tutte le iniziative più audaci nel campo dell’editoria on line: uno per tutti l’esempio di Kataweb, portale del gruppo l’Espresso, che da allora cerca quotidianamente di presentare al suo
variegato pubblico originali proposte in grado di fidelizzare l’utenza.
Questa fase si chiuse con lo scoppio della bolla speculativa (primavera-estate 2000) e l’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001.
L’11 settembre ha messo in evidenza come, davanti ai grandi fatti di cronaca, i quotidiani possano sopperire allo
svantaggio dei tempi lunghi dell’informazione cartacea grazie ai propri siti internet. Quel pomeriggio e nei giorni successivi, milioni di utenti in tutto il mondo (in Italia secondo le stime 2 milioni) si sono collegati ai siti di news
per sapere e capire che cosa fosse successo a New York. Esplose inoltre l’utilizzo della blogosfera: i cittadini riversarono le loro paure e i loro racconti sui blog, che diventarono così per la prima volta fonti per i giornalisti ( stime da http://www.journalism.net/).   Proprio questo episodio, forse più di ogni altro, ha contribuito a far emergere come il sistema dei media si stesse ridisegnando: mentre i giornali erano impegnati non solo a informare sulla vicenda, ma soprattutto ad approfondire, sviscerare le ragioni e le conseguenze di quanto stava accadendo, sul sito on line i lettori avevano la possibilità di seguire in tempo reale l’evoluzione dei fatti.

lunedì 25 aprile 2011

Le agenzie di stampa: un altro modo per informarci

Esistono molti modi per informarci: i quotidiani cartacei, i quotidiani on-line, le riviste, i blog, i radio o telegiornali, ma anche direttamente dalle agenzie di informazione. Queste vengono considerate come un modo veloce e più diretto per avere le notizie, utilizzato non solo dai vari media, ma anche dai singoli utenti.
Da Wikipedia leggiamo che un'agenzia di stampa è un ente giornalistico che ha il compito di fornire le informazioni ad altri organi come giornali, emittenti televisive o radiofoniche.
Possono essere delle aziende che vendono i loro servizi o delle cooperative costituite da diversi organi di informazione.
La prima agenzia nacque in Italia nel 1945 ed era la Agenzia Stefani, che poi divenne l'Ansa, l'agenzia più famosa, ad oggi, in Italia.
Se si fa una ricerca su internet delle agenzie di informazione si scopre che sono molte e che ognuna di esse può avere un proprio specifico settore di competenza. Sul sito www.ipse.com/agenzie.html è possibile trovare una lista di tutte le agenzie operative nel nostro Paese, gli argomenti di cui si occupano, la data di fondazione e i nome dei direttori.

martedì 19 aprile 2011

Blogger: i giornalisti del futuro?

Nei manuali in cui ci imbattiamo, per via del corso di Laurea in giornalismo che stiamo frequentando, spesso arriviamo al capitolo in cui si parla di nuove forme di giornalisti: i citizien journalism o i blogger. Cioè coloro che non sono giornalisti di professione, ma che pubblicano notizie o perchè diretti testimoni di un evento o perchè si specializzano in un determinato argomento, di cui riescono a dare più informazioni di quelle che troviamo nei mass media "convenzionali".
In Italia vi è una forte differenza tra blogger e giornalisti, marcata soprattutto da questi ultimi per via della loro appartenenza all'Ordine dei giornalisti ( tra l'altro c'è da dire che sono solo due i Paesi in Europa ad avere il suddetto Ordine).
Per questo motivo i blogger in Italia vengono ancora considerati come "inferiori" a livello di prestigio, rispetto ai giornalisti, nonostante molti di loro facciano un lavoro di raccolta di notizie e di pubblicazione delle volte anche più accurato di quei giornalisti troppo affezionati al loro lavoro di ufficio.
In America invece, dove i blog sono nati, precisamente nel 1997, e dove  non esiste nemmeno la figura professionale del giornalista, ma solo reporter e free lance,  i blogger sono diventati dei veri e propri professionisti con una notevole possibilità di crescita a livello professione e di prestigio.
Ma in Italia questo sarà mai possibile?

mercoledì 13 aprile 2011

Noi e la rete: schiavi o dominatori?

"Bisogna dimenticare l'abitudinarietà della rete" sono state queste le parole del prof. Lelio Alfonso alla prima lezione di informatica tenutasi venerdì 8 aprile. Terminata, infatti, l'epoca in cui per informatica si intendeva creare una nuova cartella o al più creare la propria email, siamo entrati in un nuovo periodo. Periodo in cui tutti o quasi hanno un pc portatile, un indirizzo di posta elettronica, sono inseriti in qualche piattaforma sociale e probabilmente hanno gìà fatto un blog, come emerso anche dalle presentazioni di chi segue il corso. Al punto in cui siamo allora, non basta più utilizzare la tecnologia come abbiamo sempre fatto, ma bisogna iniziare a viverla. Bisogna utilizzarla per agevolarci nella vita di tutti oggi, per creare cose nuove e spazi nuovi. Non dobbiamo più esserne schiavi, ma dobbiamo diventare i dominatori della rete.